Quali sono i controlli della Camera di Commercio sui certificati di origine?

I controlli sui certificati di origine da parte della Camera di Commercio sono un punto da prendere in considerazione seriamente, soprattutto nel momento in cui decidiamo di lavorare con le esportazioni nei paesi extra UE. Il percorso burocratico si è evoluto verso una semplificazione dei passaggi, in altre parole la CCIAA lascia la possibilità al singolo di autocertificare una serie di parametri.

Nello specifico, facciamo un esempio. Quando si ha della merce in magazzino senza origine documentata, si può autocertificare il prodotto con un atto notorio. Questo avviene grazie a una serie di documenti alternativi. Tipo l’etichetta o il libretto d’istruzione. In questo frangente, la Camera di Commercio può effettuare dei controlli sui certificati di origine per avere conferma della dichiarazione.
Quali sono i controlli della CCIAA?
Abbiamo detto che la Camera di Commercio può fare controlli sulle dichiarazioni di origine emessi dai fornitori. Ovvero chi vende la merce alla mia azienda. Il processo è quello del campionamento, ovvero vengono individuate delle transizioni casuali e a quel punto viene avviato il processo di verifica. Inoltre, i controllo della Camera di Commercio si concentrano anche sugli atti notori.
Ovvero, il procedimento che permette di autocertificare l’origine di un prodotto. Anche in questo caso, il processo che viene avviato dalla Camera di Commercio è casuale. Quindi viene individuata un’autocertificazione a campione e si procede con l’analisi dei vari documenti messi a disposizione della CCIAA. Quali sono i documenti che possono essere controllati in queste occasioni?
Lo veremo nel prossimo paragrafo, nel frattempo puoi approfondire gli argomenti con questi articoli pubblicati su SOA e dedicati a banca dati nazionale per i certificati di origine e controlli a campione sui certificati di origine delle Camere di Commercio.
Da leggere: come annullare o rettificare un certificato di origine
Documenti di origine sottoposti a controlli
La lista dei documenti che possono essere utilizzati anche in forma di autocertificazione per comprovare l’origine di un prodotto si aggiorna costantemente. Le Camere di Commercio hanno sempre delle risorse che si possono consultare per conoscere il punto della situazione. Nello specifico, ecco quali sono i documenti che oggi possono essere usati in questa direzione:
- Bolla d’importazione.
- Certificato di origine del fornitore.
- Foto delle etichette.
- Nomenclatore (voce doganale).
- Libretto di manutenzione.
- Garanzia.
- Libretto di istruzioni.
Ovviamente, questi documenti per essere validi devono riportare l’origine o il luogo di produzione del bene. Lo stesso vale per le etichette che devono indicare queste informazioni. E devono essere accompagnate da una dichiarazione sostitutiva di atto notorio riportante la frase: “Le foto delle etichette qui allegate sono apposte agli articoli oggetto della fattura di export n… del…”.

Qui in alto puoi vedere la dichiarazione sostitutiva di atto notorio che riporta proprio la frase relativa all’uso delle etichette fotografate e consegnate come documento di autocertificazione. Nel caso, puoi scaricare il documento in formato Word per utilizzarlo.
Responsabilità di fronte ai controlli sui certificati
Uno dei punti più importanti da prendere in considerazione quando si affronta il tema dei controlli sui certificati di origine svolti a campione dalla Camera di Commercio: la responsabilità civile e penale di fronte a dichiarazioni errate o non conformi alla norma.
Nello specifico, è giusto ricordare che la responsabilità di fronte alla Legge è di chi firma il documento. Questo sia nel caso della dichiarazione di origine che per quanto concerne l’atto notorio per l’autocertificazione, vale a dire nei rispettivi casi il fornitore della merce e il rappresentante legale dell’azienda. Come prevenire e scongiurare problemi legali di questo tipo?
In primo luogo bisogna aggiungere, alla fine della dichiarazione di origine, una dicitura: “Rimango disponibile a fornire ulteriore documentazione inerente all’origine alle autorità competenti in caso di eventuale controllo”. Poi bisogna lavorare sulla tracciabilità delle informazioni per consentire la veloce e lineare esecuzione delle verifiche nel momento in cui dovessero presentarsi.
A tal proposito, può essere indispensabile affidare il processo a strumenti avanzati e automatizzati come SpeedyCO. Grazie a questo software puoi delegare una serie di attività ripetitive al programma così puoi concentrarti solo su ciò che richiede la tua attenzione. Diminuendo ogni possibilità di errore, ed eventuali problemi nelle fasi di controllo e verifica da parte della CCIAA.